Bimbi celiaci e diabete:studio del Microcitemico pubblicato negli USA

Uno studio all’avanguardia nel P.O. Microcitemico della ASL di Cagliari che spiega come nei bambini affetti da celiachia sarà possibile ritardare, o addirittura prevenire, l’insorgenza del diabete. La ricerca è frutto del lavoro di un team tutto sardo guidato dal pediatra dell’ospedale Microcitemico di Cagliari, Mauro Congia. “La scoperta può aiutare i genitori ad anticipare il rischio diabete, prestando quindi una maggiore attenzione ai sintomi tipici di questa patologia nei bambini”.

Uno studio all’avanguardia nel P.O. Microcitemico della ASL di Cagliari che spiega come nei bambini affetti da celiachia sarà possibile ritardare, o addirittura prevenire, l’insorgenza del diabete. La ricerca è frutto del lavoro di un team tutto sardo guidato dal pediatra dell’ospedale Microcitemico di Cagliari, Mauro Congia, che nei giorni scorsi ha visto pubblicare sulla prestigiosa rivista statunitense Clinical and Translation Gastroenterology uno studio dal titolo La genotipizzazione HLA nei bambini affetti da celiachia consente di stabilire il rischio di sviluppare il diabete di tipo 1.

“L’idea dello studio  nasce dalla collaborazione nell’ospedale Microcitemico tra le strutture che si occupano di celiachia e di diabetologia pediatrica – spiega  Mauro Congia – per capire la correlazione tra le due patologie: in generale possiamo affermare che la celiachia precede l’esordio del diabete”.  Si tratta di uno studio retrospettivo, condotto su un gruppo di 1886 pazienti sardi, 822 con celiachia, 1067 con diabete di tipo 1, mentre 627 sono stati i controlli sani utilizzati, che ha coinvolto, oltre al Microcitemico, le Università di Cagliari e Sassari e la Asl 8. Il gruppo di lavoro era formato anche da Enrico Schirru, Rossano Rossino, Daniela Diana, Rita D. Jores, Davide Baldera, Sandro Muntoni, Claudia Spiga, Carlo Ripoli, Maria R. Ricciardi, Francesco Cucca.

Lo studio getta solide basi soprattutto per l’approccio terapeutico perché dimostra, per la prima volta, come sia possibile identificare il rischio futuro d’insorgenza del diabete tipo 1 grazie alla genotipizzazione HLA, cioè l’analisi dei geni coinvolti nelle risposte immuni dell’organismo. “La scoperta può aiutare i genitori ad anticipare il rischio diabete, prestando quindi una maggiore attenzione ai sintomi tipici di questa patologia nei bambini ed evitando così che i piccoli pazienti arrivino in ospedale in chetoacidosi diabetica, una condizione pericolosa per la salute e che è associata ad un andamento clinico peggiore rispetto ai bambini che non hanno la stessa diagnosi all’esordio della malattia diabetica“, aggiunge Congia.

Infatti, se è noto che i bambini con celiachia possono diventare anche diabetici, grazie alla strategia delineata nello studio ora sarà possibile identificare quelli più predisposti al diabete tipo 1. Questo si rivela di estrema importanza. La ricerca ha infatti scoperto che solitamente i piccoli pazienti sviluppano prima la celiachia (l’insorgenza in genere è intorno agli otto anni d’età) e solo qualche anno dopo il diabete (mediamente intorno agli undici anni). Quindi, si può approfittare della differenza temporale per intervenire sull’insorgenza del diabete. “Questo diventa possibile grazie a delle terapie che utilizzano anticorpi monoclonali” – spiega Mauro Congia– Negli USA, già dal 2022 è in uso il Teplizumab, un farmaco che lavora in tal senso ora al vaglio anche dell’Agenzia europea per i medicinali”.

Inoltre, con la legge 130/2023, il governo ha previsto un programma di screening per individuare la celiachia e il diabete tipo 1 nella popolazione in età pediatrica, da applicare sin dal terzo anno d’età, pertanto i risultati dello studio si rivelano preziosi per aiutare le Regioni nei controlli.

La ricerca ha potuto contare sul supporto della Fondazione di Sardegna ed è dedicata alla memoria della biologa Caterina Chessa.

 

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