Psicoanalisi Multifamiliare: un nuovo percorso condiviso tra servizi
Il percorso coinvolge le diverse articolazioni del Dipartimento — i Centri di Salute Mentale (CSM), i servizi del SERD, l’SPDC, la Neuropsichiatria Infantile e il Centro Alcologico — e comprende inoltre la collaborazione con la Clinica Psichiatrica dell’AOU, ampliando così il raggio di azione del progetto e la continuità degli interventi.
La ASL 8 sta sviluppando un progetto di estensione dei Gruppi di Psicoanalisi Multifamiliare all’interno di tutti i servizi del Dipartimento di Salute Mentale. Il percorso coinvolge le diverse articolazioni del Dipartimento — i Centri di Salute Mentale (CSM), i servizi del SERD, l’SPDC, la Neuropsichiatria Infantile e il Centro Alcologico — e comprende inoltre la collaborazione con la Clinica Psichiatrica dell’AOU, ampliando così il raggio di azione del progetto e la continuità degli interventi.
Ad oggi sono attivi cinque gruppi multifamiliari e, parallelamente, è stato avviato un percorso di formazione rivolto alle équipe dei vari servizi, con l’obiettivo di fornire le competenze necessarie per attivare nuovi gruppi in ciascuna struttura. Questo lavoro congiunto consente di inserire in
modo progressivo e organico la Psicoanalisi Multifamiliare nella pratica quotidiana dei servizi.
La metodologia, ispirata al modello di Jorge García Badaracco, si basa sull’incontro tra più famiglie, persone in cura e operatori in uno spazio condiviso di parola e ascolto. Nel gruppo è possibile osservare la sofferenza psichica da punti di vista differenti, comprendere meglio le dinamiche relazionali che influiscono sul percorso terapeutico e valorizzare le risorse individuali e
familiari.
Tale approccio innovativo deriva dalla convinzione che il disturbo non stia dentro una persona (membro designato) ma che sia legato alla relazione disfunzionale che si è venuta a determinare tra due persone e, soprattutto, che per curarlo sia necessario che entrambi, genitore e figlio, più il resto della famiglia, si attivino per mettere in moto un processo di cura che riguarda tutti.
Visti da questa prospettiva, i disturbi psichiatrici gravi, schizofrenici, bipolari e di personalità border, sembrano essersi costituiti a partire da un’interazione inappropriata tra uno almeno dei genitori ed un figlio durante il processo di sviluppo evolutivo di quest’ultimo. Controprova di ciò è che, se si riesce ad allentare il legame invischiante, attraverso l’intervento del gruppo, entrambi, il figlio da un lato e il genitore dall’altro, possono avere accesso alla “virtualità sana”, cioè ad aspetti della propria personalità del tutto sconosciuti e irraggiungibili nell’assetto precedente. La crisi non è più pensata come l’inizio di un percorso di una malattia che porta inevitabilmente alla cronicità ma anche come un’opportunità che permette di andare oltre se stessi e riappropriarsi della propria vita.
Grazie alla Psicoanalisi Multifamiliare si ha la possibilità di affrontare il percorso di cura per più
utenti alla volta e per le famiglie allo stesso tempo, senza dover rinviare ad altro setting la cura di
essi e favorendo la maturazione della verità sulla patologia in modo contemporaneo in una famiglia.
Questo gruppo che si basa sullo scambio dialogico (sulla conversazione) ed è regolato dall’attenersi,
da parte dei partecipanti, a tre semplici regole:
1) Si parla uno per volta e, mentre uno parla, tutti gli altri ascoltano;
2) Tutti i partecipanti sono tenuti a “non pretendere di avere ragione”, cioè ad essere disponibili ad
ascoltare i pareri altrui, anche se molto divergenti dai propri;
3) L’intervento di ciascuno va prenotato e, quindi, si procede in ordine di richiesta di intervento.
L’introduzione progressiva dei gruppi sta rappresentando anche un’occasione per gli operatori dei
servizi di riflettere sulle proprie modalità operative. In una fase segnata da carenze di risorse e da un
incremento dei carichi di lavoro, la creazione di spazi multifamiliari permette di riorganizzare
alcune attività, rafforzare il lavoro di équipe e migliorare il coordinamento tra le diverse
professionalità e strutture coinvolte.
Nei prossimi mesi il progetto proseguirà con il consolidamento dei gruppi esistenti e l’avvio dei
nuovi. Il percorso è guidato da un gruppo di lavoro dedicato allo sviluppo e al coordinamento
dell’intero progetto di diffusione del dispositivo terapeutico multifamiliare, con il compito di
supportare i servizi nella sua implementazione e nella definizione di metodologie condivise. Questo
processo implica un rafforzamento delle sinergie tra le varie strutture del Dipartimento e
rappresenta un’occasione per migliorare la qualità dell’informazione e delle connessioni operative
tra gli operatori dell’Azienda, nei loro differenti ruoli.
Ultima modifica
9 Dicembre, 2025